27.12.07

Capitolo Terzo, (seconda parte)

Intanto una folata di vento spazza il ponte e porta un paio di volantini a sbattere in faccia ai due eroi.

Gigi - Wah! Che schifo! Un polpo volante!
Cippa - No, mio duce. È solo un volantino. Come quello che ha appena colpito me. Vedere che dice? Leggere? Mmmm... senti qui...

“Menù del rinfresco per Nobili e Armigeri di Entrante 22 Cascaio. Antipastino Leggero di Zòccoli di Sbru al vapore. Primo piatto di brodino di juta e balle di fieno. Intramezzo di Dadini di Zucca intinti nel Miele e poi Dati alle fiamme. Secondo piatto a sorpresa, cioè pieno di marmellata e scagliàto forte nel viso, altro secondo piatto di tovagliolini ri­pieni di Ragù per detergersi dal piatto a sorpresa. Dessert di biscotti spalmati alla Gìrami-Gìrami (non si capisce dove siano spalmati e con cosa). Il tutto servito con ordine inverso a quanto detto e parecchio di rincorsa. Beverone: Spuma Gassata al nero di Seppia, Aquila Reale Pigiata in una Bottiglia e Licuorino leggero dei Monaci Coi Piedi Fungosi”

- Niente male, pare...

Gigi - E guarda cosa c’è scritto sul mio, invece!

“Promemoria per il comandante Diluente: il Liquido Sbrilluccicoso che ci aveva richiesto per il nobile Rampollo dei Conti di Verza II è nella sentina. Cordiali saluti, Hettore”.


- Allora su questa nave c’è del liquido! Aspetteremo il favore delle tenebre per andarlo a recuperare, in barba al vecchio comandante Gazzósa e al suo tirapreti Hettore!

Cippa - Tirapiedi. Comunque ciò mi puzza d’imbroglio... staremo a vedere.

Passano le ore, e poi anche i minutini. Calano le tenebre e i nostri eroi si accingono a strisciare all’interno della nave. Passano tra i rimasugli del banchetto festante, in mezzo a Nobili svenuti e Armigeri collassati. Entrano nella nave e da lì, sempre al passo del giaguaro, nella stiva.

Cippa -
Duce mio, ma non potremmo camminare normalmente?

Gigi - No. Così è più marziale. E poi di che ti lamenti? Per te andar sdrajato o in piedi che cambia? L’altezza della testa dal suolo è la stessa.
Cippa - Sarà...

Entrano nel vano della pompa di sentina ed accendono la luce. Subito si sente chiudere la porta dietro di loro e si ode una risata. Da dietro dei tubi e delle valvole escono degli Armigeri che si eran nascosti colà.

Primo armigero - Ah ah ah, ci siete cascati con tutti i piedi! Che coglioni!
Secondo armigero - E ora, miei poveri illusi, verrete scortati al cospetto del Reggente Pignatta Primo, il Re di Marte!
Terzo armigero - E se oserete opporci resistenza credo che ci mettereste in difficoltà, per cui vi chiediamo gentilmente di non aggredirci e farvi arrestare con le buone.
Gigi - Pofferbacco! Nano Cippa, siamo in trappola! Tu e le tue stupide idee! Te l’avevo detto che quel viglietto mi puzzava d’inganno! E ora?
Cippa - E ora leccamelo, imbecille. È colpa tua se siamo in questo casino!
Gigi - Oé, scriteriato! Un po’ di rispetto, che diamine! E voi, Terribili Armigeri! Ora vi batterò con l’astuzia!
Primo armigero - Ohimé, siam finiti!
Secondo armigero - Questo non ce lo aspettavamo!
Terzo armigero - Ah, ribaldo! Gigi - Preparatevi, felloni! Sto per giocarvi un brutto tiro mancino che vi metterà in belle difficoltà, davvero!
Primo armigero - Ohimé, vengo meno - e sviene.
Secondo armigero - Ha ucciso Tritante! Addosso, addosso!

Gli armigeri si scagliano addosso a Gigi Spadapopone, mentre Cippa il Nano si precipita alla porta e cerca in ogni modo di aprirla. Dietro di sé, Gigi Spadapopone è preso a ripetute e insistite mazzuolate sul viso dagli armigeri, che lo schiaffeggiano e lo deridono mentre l’Eroe cerca invano di estrarre la sua Spada. D’un tratto la nave rolla, beccheggia, rirolla, ribeccheggia e poi si sente un violento cólpo. Il movimento si arresta, gli Armigeri rimangono basiti e la porta si apre di colpo. Entra il Mozzo Bernòccolo, per dar via alle pompe di sentina, e si trova di esterrefatto di fronte allo spettacolo di cui sopra.

Mozzo - Che succede qui? Chi sie voi? Che ci fate nella sentina?
Secondo armigero - (mòlla la presa da Gigi, che cade a terra gonfio di pìcchi nel muso e con le mani ancora strette sull’impugnatura della spada) Mah, niente... si giuocava a carte...
Terzo armigero - Sì, a carte...
Mozzo - Via di qui, villani, tutti e quattro! Prima che mi arrabbi e chiami il comandante Carruba!

I due armigeri recuperano quello svenuto e si dileguano al suono di “Non finisce qui” e varie altre amenità. Il nano Cippa trascina via il corpo di Gigi Spadapopone fin sul ponte di prua e lì cerca di rianimarlo alla bell’emmeglio a suon di urli forti nell’orecchio e sputi nel viso.

Gigi - Ohi... ohi... ohimé, Nano Bagonghi... Che male.
Cippa - T’affretta, nobile cavaliere! Rialzati e fuggiamo, ché quegli armigeri potrebbero ritornare non appena la sorveglianza del Mozzo Bernòccolo si sarà allentata! Alla salvezza! Alla fuga precipitosa! Via, via, nascondiamoci!
Gigi - O! Calmino, non vedi che són sciagattato? Malnata spada, non vuole mai uscire dal fodero! Bisognerà che la olii ben bene! Dove siamo?
Cippa - Sulla nave. Gigi Spadapopone lo colpisce col pomo della spada sull’occipite.
Gigi - Lo so, favollo! Dove siamo nel mare marzianesco? A che altezza? Si vedan già le Ovovie? Parla!
Cippa - E che vuoi che si veda? È notte, non ci vedo di qui a lì già di mio, figuriamoci ora. Comunque non dovremmo essere lontanissimi. Potremmo calarci sul mare marziano con una sialuppa di salvataggio.
Gigi - Non mi fido di quelle Sialuppe Mosce di Salvataggio! Rechiamoci a prua e caliamo in acqua una Motosialuppa D’Ardimento! Quelle sì che vanno!

I due raccàttano tutto l’armamentario, compresi i mtoràzzi, e montano l’ambaradàn completo su di una gloriosa Sialuppa D’Ardimento del Regio Esercito. La calano in acqua proprio mentre gli armigeri tornano ratti ad esplorar il ponte.

Gigi - Lèsto! Lèsto! Cala la Motosialuppa, ratti come la folgore! Che gli Armigeri son già di nuovo sulle nostre terga!
Cippa - Eccoci, là.

La sialuppa casca di schianto sul mare sabbioso di Marte e si sfracella con un rataplàn parecchio musicale. La nave intorno si lontana vieppiù all’orizzonte, sollevando con le sue pale ondate di sabbia che vanno a seppellire i due Eroi.
Passano le ore, viene mattina e il cumulo di sabbia sommerge sempre i disperati. Passa un Uomo con la sua ragazza al fianco e quattro cani a guinzaglio.

Uomo dei Cani - Cicciccì, mi fai schifo, ha ha ha...
Ragazza - Cicciccì, mi fai schifo te, ha ha ha...
Uomo dei Cani - Picci picci, cipì cipì...
Ragazza - Bibibì, bibibì

Uno dei cani si mette a scavare, seguito dagli altri tre, e in breve tempo i due eroi són ridati alla luce, insieme ai motorazzi. I due personaggi continuano a tubare.

Gigi - (sputazza) Splut, splut... Scusi buon uomo, splut... ci potrebbe dire...
Uomo dei Cani - Ha ha ha, che schifo mi fai, prusinina, amurri, picci picci...
Ragazza - Ha ha ha, anche te, pruso pucci pucci...
Cippa - Mi vien da vomitare...
Gigi - Anche a me... ma come parlano?
Uomo dei Cani - Oh, mi scusi forbito utente, non l’avevo vista. Che ci fa qui? Che vuole da me? Via, via, plebaglia! Mi lasci in pace!
Ragazza - Oh, ma che vogliono costoro? Neppure in mezzo al deserto si può rimanere in pace?
Uomo dei Cani - Sì, via di qui, via! Lontani dal mondo e dalla Gente! Lontani dalle loro macchinazzioni e contaminazzioni! Solo io, te e la filosofia! Ammore ammare, sei la più bella di tutto il mare (marziale)!
Ragazza - Mi fai schifo quando declami Gerardo Tocchini!
Uomo dei Cani - Anche te mi fai schifo, cicci cicci!
Gigi - Questo è troppo per il mio stomaco. Scusi, Uomo dei Cani, ma perché porta con sé quei cani? E perché è venuto nel deserto? E ancora, non so se ringrazziarla per averci disseppelliti o se batterla con un bastone per avermi disgustato.
Uomo dei Cani - Eh? Ancora qui stai? I cani non sono miei, sono di ciccina. Io li porto in giro con lei, lontani dalle conta­mi­nazzioni della plebaglia di cui TU sei un valido esempio. Silenziati e cammina, orsù, e non mi tediare oltre.
Gigi - Credo che lo batterò con un bastone.
Cippa - A me questo personaggio ricorda qualcosa. Non è che l’Autore voleva esprimere un concetto?
Gigi - Mah, ai posteri l’ardua sentenza, forse?
Cippa - Sì, forse.

I due piccioncini si allontanano sdeganti verso un posto ancor più deserto, mentre i due eroi si mettono a spazzolar via l’ultima sabbia residua dai motorazzi a pile per poi ripartire sfrecciando. Si dirigono a tutta gargana verso i due tipi coi cani che si erano allontanati nel deserto. Li affiancano con un rombo possente di motore.

Gigi - Gradisce un passaggio, spòcchia?
Uomo dei Cani - Lèvati dai coglioni! Come te lo devo dire?
Cippa - Ma non è naturale che una persona odii il resto dell’umanità a questa maniera. Che ti successe?
Gigi - Già, non sarai mica nato così? Scommetto che in una vita precedente vivevi nella società come gli altri. Che t’ha inacidito?
Uomo dei Cani - Nulla! Niente! È colpa mia, non sopporto nessuno! Non voglio vedere nessuno! Mi state tutti sui coglioni! Non vi règgo! Andate via! Voglio stare con Ciccina e basta. E coi cani. E con le mie adorate piante. Ah, le mie adorate, adoratissime piante!
Gigi - Ma vai in culo, vai. (rivolto a Cippa) Cippa, vedi laggiù quella costruzzione? Bene! Quella è la Grande Ovovia “Filippo B.”! Via, saremo colà entro mezzogiorno!

E sfrecciano come due topimatti.

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