25.1.08

Capitolo Cuinto, (prima parte)

Del recupero del fracassato Cippa, della ripartenza verso i lidi spensierati di Sciampo e dell’astuto piano perpetrato dai due per introdursi sul satellite.

Esterni, ai piedi della colonna dello stylita Leo. Il razzo di Cippa, il piccolo Rigurgito, giace crivellato e sfracellato in mezzo al marzial altipiano (?).
Il fido Cippa, invece, giace indolenzito a terra. Si lamenta con voce un po’ artefatta, invocando la madonnina e più riprese di san gennari. Poi si drizza a sedere massaggiandosi la schiena.
Intanto Gigi Spadapopone atterra con un lazzo e un fazzo vicino al luogo della disgrazzia.


Cippa - Ohimé, ohimé, son tutto ammaccato. Che botta! Ma che aveva quello stylita? Ma è pazzo?
Gigi - In verità.
Cippa - Ah. E che ti ha detto? Ohi, ohi, il braccio.
Gigi - Braccio? Ma ti stai massaggiando la schiena?
Cippa - Appunto. Questo movimento mi fa duolere il braccio.
Gigi - Ma allora, o stolido nano, perché non...
Cippa - Sì? Ohimé, senti che dolore!
Gigi - (agitando la mano) Nulla. Non importa. Ipse dixit!
Cippa - Quod?
Gigi - Il santo anacoreta, che è molto santo ma anche abbastanza furbo, mi pare, ci ha chiesti (-o) di riportargli una santa, santissima reliquia che la Finanza Astrale gli sequestrò non so dove come e quando e che ora è custodita su Sciampo, il satellite marziano gemello di Silicone. Si va a ritrovare la reliquia con ardore e la si riporta, così esso ci dice dove si può trovare il perfido Capitan Balbetta e la sua malnata ciurma!
Cippa - Ancora sgobbare, ci tocca?
Gigi - Ohé, nanetto del cazzo! Mettiamo bene le cose in chiaro! Prima di conoscerti stavo andando col mio fedele motorazzo ad una mostra di fagioli buccioni finti realizzati con la polpa di cipolla vigliacca. Ero atteso da tredici ministri del purè e ventitré ancelle placcate in oro. Dovevo far da giudice a quella mostra, scolarmi litri e litri di Liquido Sbrilluccicoso alla faccia dei tapini come te, parlare di importanti affari coi mini­stri e trattare un affare ancor più importante con perlomeno un pajo delle ancelle! Poi arrivi te e mi cacci nei guai! E poi ti lamenti anche, mezz’uomo e mezzamerda?
Cippa - Ma io mi credeva...
Zorp - (voce fuori campo) Bel cavaliere, sì. Se questo copio­ne non fosse già stracolmo di male parole direi proprio che sei un cavaliere dei miei garretti. Ma che modi e modi di esprimersi son codesti?
Gigi - Cospettone! Chi parlò? Tu, mio fido nano?
Cippa - Giammai.
Gigi - Lo come? E allora chie?
Zorp - Ohé, coppia di genii! Son ivi! Mi avete rapito dal mio buon Genio Dao e poi non vi ricordate neppure di me?
Gigi - La voce sembra venir dal tuo zaino, Cippa. Orsù, anprilo!

Cippa e Gigi aprono lo zaino ed inizziano a rimestolare tra le carabattole. Al fine tirano fuori il cavatappi che avevano preso dal genio Dao. Che si muove e parla.

Zorp - Alla buon’ora, vigliacchi! Allora, che si fa?
Cippa - Mirabilia! Un cavatappi parlante!
Gigi - Beato te che sei mirabiliato! Io non so se pisciarmi addosso dallo spavento o se picchiare l’Autore per questa mancanza di buonsenso...
Zorp - Tanto per cominciare, popo’ di ebete a carbonella, io sono Zorp, il grande sovrano del pianeta Arroganza III, nella costellazzione del Batrace Impazzito. Porta rispetto, zòtico!
Gigi - Cavatappi parlante e anche malcreato, pare. E dinci, Zorp, com’è che sei tramutato in cavatappi?
Zorp - Una malvagia fattucchiera mi fece un’incantamenta dieci anni syderei or sono perché le rifiutai il pagamento di una pozzione per tramutare i lupini dolci in lupini salati. Prima di allora io misuravo tredici pertiche in altezza tredici cubiti in larghezza, per un volume complessivo di trentatré titillioni. E avevo una folta chioma color raffreddore che mi procurava l’amore e la divozione di ragazze e non. Comprì?
Gigi - Mirabolante. Che storia strana!
Zorp - Solo un imbecillone come te poteva crederci... Noi di Arroganza III abbiamo tutti la forma a cavatappi, idiotone! Son così dalla nascita!
Cippa - Anch’io, più o meno, caro Sovrano!
Gigi - Che fai, traditore, lo aduli pure? (e gli mòlla una pappina di tre etti sull’occipite)
Cippa - Ahi! Almeno lui non mi batte! E poi è pur sempre un sovrano, e gli dobbiamo rispetto, no? Specie te che sei cavaliere.
Zorp - Su, forza, poche ciance che il tempo vola. Son proprio contento in verità che mi abbiate portato via dal vecchio porco. D’ora innanzi sceglierò io con chi fare sesso! Anzi, già che ci siamo vi ordino di portarmi subito qui una vergine da deflorare con la forza!
Gigi - Che sconcerie vai dicendo, oé! Io sono cavaliere, perdìo!
Cippa - Ma io no, Sire, se volete posso... Gigi gli mòlla una seconda pappina, stavolta da tre chili buoni.
Cippa - Ah!
Gigi - Non t’azzardare, mezz’uomo zozzone. Zorp lo zotico (ma quante zeta ci sono?) non merita una zizzola! Zuzzurellone come sei zomperesti addosso ad ogni zarina o zibidea che incontri in codesta piazza! Zam!
Cippa -
Gigi - Bravo! Ora ti dico adesso cosa. Adeso tu prendi Zorp e lo nascondi, acciocché non danneggi la nostra missione coi suoi loschi propositi di deflorazzione. Indi, monti in gròppa a Rigurgito e a traino mio ci dirigeremo verso Sciampo, non mi dire che la sintassi della frase incespica perché lo so benissimo da solo ma l’ho detta di getto e non avevo voglia di smentirla.
Cippa - Bravo! E dove lo vo ascondere il Cavatappi (da dove)?
Gigi - Fosse per me te lo direi. Ma temo che in cotella collocazzione ti impedirebbe di cavalcare il motorazzino, perciò infilalo da qualche altra parte e non tediarmi oltre.

Cippa infila Zorp dentro la padella a pressione e chiude il tappo ermeticamente.


Zorp - (voce soffocata) Malnati baluba! Che razza di rispetto per un sovrano che si vuol solo divertire un po’, com’è giusto per il suo lignaggio! Bifolchi! Ladri! Assassini d’intenti! Venditori di farina di castagne provenienti dalla Svizzera! Guai a voi se mi libero! (svanisce in un mugugno quando Cippa insacca la padella nello zaino)

Cippa - Orvia, ora lega pure il tuo motorazzo al mio con la possente corda eolica che rubaste al genio Dao e partiamo!
Gigi - Ti ha dao volta il capino? Lo sai chi siei te?
Cippa - Cippa il Nano!
Gigi - Bravo! E quindi chi li dà gli ordini tra te e me, Cippa il Nano?
Cippa - Te, mio potente Duce!
Gigi - Allora t’affretta a legare i due motorazzi con la corda eolica! Indi, farem rotta per Sciampo!

Si legano con fretta e furia i due ràzzi come salami, indi ci si prepara alla partenza. Con un rómbo potente ed uno scòppio assordante il motorazzo si mette, appunto, in moto. I due schizzano a velocità-luminare verso l’Ovovia che, essendo distante solo pochi metri, viene superata abbondantemente.
I due scendono dai motorazzi, si caricano il bagagliame a spalla e tornano a piedi sui loro passi.


Gigi - Non una parola di questa faccenda con chicchessia, nano, sennò quantèvvéro il Dio Lupo ti sgànghero.

Cippa - Parola di che?
Gigi - Fa nulla, fa nulla, dimenticavo che sei stupido.

Capitolo Precedente - Continua....


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

good start

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