19.5.09

Capitolo Decimo

Di come, riavutisi dallo spavento e risvegliatisi sul campo di battaglia, i due Apocalittici trovino i resti del soldato Vlauto, di come detto soldato li indirizzi alla casamatta del Generatore Alternato, che lotta contro il Generatore Continuo.


Esterno, campo di battaglia battuto dal vento Fischione (n.d.r. Fischione = s.m., vento delle aride e lucide distese di Silicone, caratterizzato da un rumore fortissimo e persistente che ha la capacità di far impazzire cani, cavalli e bussole ad ago). A terra giacciono le rimasuglie della feroce battaglia di Brodino, mentre i Gagaroni festeggiano la conquista del monte Burgassi sulla sommità del monte omonimo (in realtà non è omonimo, è proprio lo stesso).

Cippa - (rialzandosi dalla bvca) Mammamia, Dvce, quasta volta l'abbiam scampata bella. Ci stavamo per rimettere le penne.
Gigi -Colpa tua e della tua presenza, nano vile e untuoso.
Cippa - O come? Che colpa n'ho io? Semmai, caro Dvce, se proprio si dev'essere onesti fino in fondo...
Gigi - Ehp! Fermati, prima di dire qualcosa di cui potresti pentirti a lungo. Ricorda che ho conservato la tavola col ciodo.
Cippa - Certo Führer, ma...
Gigi - Basta! Noli me tangere, jettatore! Da quando mi siei vicino non ho avuto che disgraziamenta e scarsa fortuna. D'ora innanzi e finché non mi passa la fregola ti dovrai tenere a distanza di sedici Ruzzoloni, intesi?
Cippa - Da cosa?
Gigi - Da questa fava bucciona, rapa! Ecco... ora lego la fava bucciona al mio cappello piumé... Llà. E ora tienti a distanza da questo baccello o ti vendemmio le gengive con un sacco a pelo pieno di cani vivi.
Cippa - Che strano sarebbe... comunque bonprò, Lvce nostra! Mi terrò a distanza.
Gigi - E comportati a modo.
Cippa - ...

I due Satrapi vanno così in fila per uno (cioè alla boera), arrancando a quattrozzampe pel campo crivellato di colpi, corpi e macerje. D'untratto d'ecco (scusate le due postrofi ma volevo vedere se incidevano) un lamento provenir dalla quarta di tribordo del duce Spadapopone, fiera nave della Libertà dall'azzurra prora.

Qualcosa alla quarta di tribordo - Ohimé...
Gigi - Cippa, fiero nocchiero, sei te?
Cippa - (da lungi) No, mio Cesare. E' qualcuno in questa bvca.
Gigi - Aspetta, fa ch'io guati...
Cippa - Posso avvicinarmi allora?
Gigi - Datesi le condizioni del tutto particolari sì, ma vieni. Guardiamo in questa bvca.

Gigi riconquista posizione al fianco dello scudiero-nano e scruta nella bvca, che è assai profonda e nulla lascia all'occhio.

Gigi - Non veggo alcunché.
Cippa - Nemmeno io.
Gigi - Potresti calarti dentro e poi...
Cippa - ... e poi me lo puppi. No no no no no, guarda, puoi anche tirar fuori la tavola col ciodo ma vedrai che io...
Gigi - Ti salva il fatto ch'io sia assai stanco, nano vile e indecente, ma tant'è. La tua dose di legnate le riceverai in toto a fine anno, e con gli interessi.
Cippa - Non chiedo di meglio, fintanto che è oggi non mi batti e ciò mi basta.
Gigi - Resta però il mistero di che s'asconda in cotesto buco... avanti, nano, stupiscimi. Dimostra il tuo valore e risolvi l'enigma. Ma non v'è tempo, perché dalla buca erompe un fischio, che si modula pian piano in guisa di zufolio assai melodioso.

Gigi - (con una certa enfasi) O te che da cotesto anfratto le spelonche della terra vai allietando con zufolii melodici, dinci lo chi sei e se hai bisogno d'aita.
Vlauto - Tu devi essere Gigi Spadapipone, non è vero? Quello che va a giro di Sabedì, vestito di sesterzi e lustrini. Io son Vlauto, e sòno il piffero nelle amene spelonche.
Gigi - SpadapOpopne, cretino. Comunque son io. Lo come mi conosci? E lo perché zufolicchi?
Vlauto - Sentii parlare di te alla mostra dei derelitti di camporutto, subito dopo una tenzone di sventole di mancina. E poi dalla mia posizione si ha una visuale assai poderosa: ti vidi arrivare che era sempre Rubadì scorso.
Gigi - Di tutte le conversazioni inutili che ho fatto, questa è la più inutile e strana. Ma ancora dimmi perché zufoli.
Vlauto - Questo richiederebbe una lunga spiegazione. Devi sapere, santo, che quando venni colpito da una granata mi ritrovai a pezzi in questa buca...
Gigi - Senti caro, se iniziassi a star dietro a tutte le storie di tutti i bighelloni che incontro diventerei vecchio come il Papa prima di finire la pagina. Ergo: taglia corto.
Vlauto - Vabbene, allora tagliando corto...
Gigi - Anzi guarda, fai finta di nulla. Non ho nulla in contrario a che tu zufoli. Zufola, zufola, che la cosa non mi urta più della tua stessa presenza. A dirla tutta, caro Vlauto, mi ti risolvi abbastanza nojoso ed ho deciso di lasciarti nel buco. Sai com'è, son nobile, e d'intrattenermi con le canaglie della tua schiatta poco me ne cale. Cialtrone sei, cialtrone rimarrai, che tu zufoli o no, nel buco o fòri. Adieu.

Capitolo Precedente - Continua...


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