3.6.09

Capitolo Decimo (seconda parte),


E detto ciò il fiero palandrano aveva finito la conversazione, ma ecco che il destino arride al nobile: il povero Vlauto, pur bersagliato dalle pietre scagliate dalle manine aguzze di Cippa, pur se dentro di se toglierebbe ben volentieri lo scalpo al Duce dei Poponi radendolo a fondo all'altezza dell'atlante (vertebra, no libro, bifolchi!), pur tutto questo e tutto quest'altro, dicevo, il povero Vlauto aveva un condizionamento Imperiale che lo obbligava ad ajutare i più fortunati.
Ah, il vile volgo che si piega come canna al vento al passar del superiore: com'è prodiga la natura nel difendere il privilegio con mille e più trovate. Per ciò disse, pur contro la sua volontà:


Vlauto - Dvcissimo, ecco l'aiuto dello zufolatore. Da qui capisco che sei in pena perchè non trovi la strada di Marte (boja). Non ti crvcciare assai, gerarcone, ma prosegui finchè troverai due lucine. Una brilla di continuo: non la guardare, ma dirigiti verso quella che s'accende e si spenge come una pipa. Lì troverai il buon Generatore Alternato. Ajutalo a sconfiggere il Generatore Continuo, che abita nella casetta di marzapane e lesto e tosto ti si rivelerà un segreto.

Detto ciò, riprese lo zufolio.

Va detto però a onor del vero che Gigi e Cippa non avevano sentito un bel nullone di tutto questo, perchè data la loro indole scostante ma indifferente al prossimo avevan già risolto d'allontanarsi di buon grado dallo zufolatore importuno da qualche minutino.
L'avverta rimase così inaudita.
La fortuna però, si sa, arride all'audaci. E chi è più audace ora?

Non è una domanda retorica, ve lo sto chiedendo davvero.

Nulla?

Ve lo dico io: è Gigi Spadapopone, trascinator di membra e il suo fido Cippa oscillator di chiorbe. Ergo: la fortuna arride ad essi. Ed arride sottoforma di lucine, che nel loro peregrinare i due trovano nella caligine: una tutta intermittente, l'altra fissa come pio nono. Erano le lucine dei due generatori di cui prima, e se ve li siete già scordati perchè di memoria corta niente paura, basterà rileggersi il capitolo. Certo, se vi siete già scordati del Generatore Alternato e del Generatore Continuo sarà meglio che vi rileggiate l'intero libro, perchè ho sentore che non vi ricordiate quasi nulla. Se invece non vi ricordate del Viaggiatore del TeNpo è normale: ne ho parlato solo nel prossimo capitolo, ma data la sua natura è ovvio che faccia la sua comparsa prima e che ve lo dimentichiate adesso. Se invece non vi ricordate dove avete messo le babbucce provate a guardare sotto al cane, io di solito le tengo lì. Ma torniamo ai nostri due triumviri che, lesti e tosti come il levriero marino sono giunti davanti alle due casette.
La prima, sulla destra, arrampicata su di una collinetta di cioccolato e fatta di marzapane e acciughe, sfoggiava vicino all'entrata una bella lucina color rosa, che splendeva di continuo.
La seconda, sulla sinistra, arrampicata su di una collinetta di acciughe e fatta di marzapane e micini, sfoggiava sopra la veranda una bella lucina color consuetudine, che splendeva ad intermittenza.
Uno dei due probiviri, il più piumato dei due, parlò:


Gigi - O Cippa, Cippa delle mie ghette. Ed ora? Mi pare che quel cretino di Vlauto, che dio lo scagli nell'Ade, stesse per dirci qualcosa di questo posto. Te ne rammenti onnò?
Cippa - (scattando col braccio) A noi, A Itle!
Gigi - Mi pare che ti dissi qualcosa su questo uso, qualche capitolo fa. E mi pare anche un po' che non ti batto.

Detto ciò estrae dalla tasca una pistolina a zampa d'anatra caricata a sale e la scarica a bruciapelo nell'orecchio del nano malefico.

Cippa - Ahi! Porca di quellamajala!!! Stavolta m'hai fatto male davvero, Altissimo!
Gigi - Sei te che sei una mezzasega, ma non divagare. Allora, che si fa?
Cippa - Ma io non ho capito ancora quale sia l'obbiettivo, mio Petatore. Ergo...
Gigi - La mia naturale ritrosia all'esegesi mi costringerebbe vieppiù a scagliarti nella buca di quel cafone di Vlauto (speriamo accèchi), ma ti verrò incontro per questa volta. Noi, razza di villano, si deve ritornare su Marte (lvpo) ma s'è perso la strada. Siamo finiti in mezzo ad una guerra, te ne rammenti?
Cippa - Eccome, mica son scemo.
Gigi - Eh eh... no, certo. Dicevo, ora siam giunti davanti a due casine, di cui il tenero Vlauto ci stava parlando mentre me ne andavo sdegnato. E non ho sentito cosa dovevamo fare per tornare su Marte una volta raggiunte le casine, capito, testa a elettrodo?
Cippa - Ora si, mio Fhurer. Ed ecco tosto il piano di Cippa.
Gigi - Son tutto un fremito.
Cippa - C'è assai conveniente, carissimo, recarci uno diquà ellaltro dilà, e cercare di volgere la situazione a nostro favore. Da quel che pare dalle lucine difatti il carattere dei due occupanti dev'essere un pò differente, così però ci è impossibile scegliere la casa giusta. Dividendoci avremo più possibilità di cavar guadagno.
Gigi - Non parlare borghese, non lo sopporto!

e giù, gli affibbia un cazzòtto nell'orecchio ferito.

Cippa - Ahia! Dio Penale! Allora t'aggrada?
Gigi - Devo dire che l'idea è buona, ma è così ovvia che potevo averla anche senza chiederti giudizio. Mi domando infatti spesso a cosa servi, e a volte anche me lo sogno di domandarlo. Pure se ormai son diversi giorni che non si dorme, né si mangia, né si batte chiodo. Orbene, intanto facciamoci ospitare, uno di qua e uno di là, poi vedremo il daffarsi. Per tenersi in contatto, caro Cippa, ho un sistema infallibile.
Cippa - E quale?
Gigi - Lo vedrai all'opera quando servirà, intanto vai.

Detto così i due reprobi si avvicinano alle casine e bvssano quasi all'unisono. Le porte si aprano, loro entrano e noi ci prendiamo una pausa.

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